OZEMPIC, MOUNJARO E ZEPBOUND: DI COSA SI TRATTA
Ozempic, Mounjaro e Zepbound sono farmaci rivelatisi utili nel controllo dei livelli glicemici e del rischio cardiometabolico in soggetti diabetici e -come conseguenza del miglioramento del metabolismo glucidico- anche nella possibile riduzione del peso in soggetti diabetici.
Già in questa definizione troviamo un elemento fondamentale nella riflessione sull’uso di questi farmaci : sono stati pensati e testati in persone diabetiche, ovvero che soffrono di una patologia che comporta un malfunzionamento nella gestione degli zuccheri.
In questo contesto il farmaco testato clinicamente ha dimostrato effetti terapeutici utili che generalmente possono essere superiori a possibili effetti collaterali, esistenti e che vanno osservati di caso in caso.
Nel contesto d’uso da foglietto illustrativo, questo sarebbe dunque un farmaco da utilizzare a lungo termine per osservarne e soprattutto mantenerne gli effetti terapeutici sul diabete.
L’UTILIZZO OFF-LABEL PER DIMAGRIMENTO: DOVE NASCE IL PROBLEMA
Da che dunque sono nati e pensati come farmaci per diabete, a causa degli effetti osservati sulla riduzione del peso questi prodotti sono stati presto dirottati in un utilizzo “off-label” (che non rispetta l’indicazione terapeutica da foglietto illustrativo) anche al di fuori di diagnosi di diabete o disordini metabolici per una malata ossessione della nostra cultura per la ricerca della magrezza o una fobia-del-grasso.
E si potrebbe dire, beh, che male c’è? C’è che ciò può comportare diversi problemi e rischi:
- un farmaco non è mai esente di possibili effetti collaterali e nel caso di Ozempic, Mounjaro e Zepbound essi sono possibilmente molteplici (es disturbi gastrointestinali), ma generalmente possono essere controbilanciati da un possibile miglioramento di una grave patologia come il diabete: nel caso di persone non diabetiche che utilizzano questi farmaci per questioni estetiche, gli effetti collaterali assolutamente non sono indifferenti. Gli effetti collaterali hanno molta più probabilità di manifestarsi ove il farmaco sia interrotto da un giorno all’altro, e questo è assai più probabile in chi utilizza il farmaco off-label (per dimagrire, per cui una volta raggiunto l’obiettivo si interrompe il farmaco) che non in chi lo utilizza come farmaco salva-vita da utilizzare a medio-lungo termine per una patologia che è cronica: tra i principali effetti osservati dopo l’interruzione si ha proprio un rapido recupero dell’appetito e del peso inizialmente ridotto (fenomeno noto come “Ozempic-rebound” nonché una perdita dell’efficacia terapeutica sul compenso glucidico con possibili sbalzi glicemici (1, 2). Il principio attivo di queste classi di farmaci infatti non modifica in modo permanente la biologia e la fisiologia dei meccanismi di gestione degli zuccheri, della produzione e sensibilità insulinica o della motilità gastrica, bensì agisce mimando -quando assunto- alcuni ormoni naturali del nostro corpo. A questo proposito, è ancora in studio il legame tra farmaci GLP-1 e salute mentale: si pensa che i cambiamenti di umore possano verificarsi a causa del modo in cui i farmaci interagiscono con sostanze chimiche del cervello come dopamina e serotonina, afferma Ngo-Hamilton. “Quello che sappiamo è che gli studi hanno dimostrato che le persone che assumono Zepbound e Mounjaro per perdere peso possono sperimentare cambiamenti di umore, sia positivi che negativi”, per quanto ancora i dati scientifici non abbiano dimostrato un nesso causale (ad esempio, è legato alla sostanza in sé o ai cambiamenti -es di appetito e di peso- che ne conseguono e come vengono percepiti soggettivamente dalla persona?).
- un farmaco è venduto su prescrizione medica per un certo target terapeutico che dovrebbe essere in questo caso quello di diabete/dismetabolismi glucidici: il rischio che una sovradomanda del farmaco (soprattutto legata all’uso off-label in cui la spesa del farmaco -elevata- non è teoricamente coperta dal SSN) comporti una scarsa disponibilità del prodotto sul mercato (o un aumento del suo costo) è oggi reale e si è già verificata e sta mettendo in difficoltà moltissime persone. Ciò può comportare una interruzione da un giorno all’altro del farmaco, con i rischi già descritti al punto 1.
CONCLUSIONI
Nulla di nuovo in realtà: da ben prima della comparsa di questi farmaci sappiamo che la maggior parte degli interventi di “stile di vita” per la riduzione del peso -per quanto possano dare iniziali cambiamenti- nel 95% dei casi si rivelano insostenibili e non duraturi sul lungo termine proprio perché non vanno a modificare diversi fattori che possono influire sul peso (molti di questi non controllabili e non manipolabili!), ma agiscono semplicemente forzando un cambiamento attraverso alcuni meccanismi d’azione temporanei.
Stiamo parlando delle diete, estreme o più “light” che siano, dove agiscano attraverso una manipolazione dell’apporto calorico in senso restrittivo non possono che essere strumenti temporanei con effetti temporanei: un corpo non può sopravvivere in un contesto di restrizione calorica e mette in atto una serie di adattamenti metabolici e comportamentali per controbilanciare tale situazione.
Qual è la soluzione allora? Riconsiderare gli obiettivi di salute e benessere, abbracciando un approccio non focalizzato sul peso.
BIBLIOGRAFIA
- Weight regain and cardiometabolic effects after withdrawal of semaglutide: The STEP 1 trial extension. Diabetes Obes Metab. 2022; 24(8): 1553–1564. doi:10.1111/dom.14725 , , , et al.
- Aronne LJ: The SURMOUNT-4 Randomized Clinical Trial. JAMA. 2024;331(1):38–48. doi:10.1001/jama.2023.24945 Sattar N Horn DB, et al. Continued Treatment With Tirzepatide for Maintenance of Weight Reduction in Adults With Obesity
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Dietista Diana Severgnini