Ormai è assodato nell’ambiente medico che il peso non è una misura utile di salute: in primis perché il peso non dice niente della composizione corporea di una persona, ovvero di quanto muscolo, quanto grasso ha e dove è distribuito, la distribuzione dei liquidi…. tutti aspetti che sono invece descritti dalla medicina (con approccio grassofobico) come determinanti significativi del livello di salute e di rischio di una persona.
E dato anche che parlare di “perdita di peso”, “dimagrimento” e “mettersi a dieta” piace sempre meno alle persone, la Diet Industry (l’industria della dieta, ovvero l’insieme di professionist3, aziende e settori che sono coinvolti nel mondo della Dieta) che non smette mai di sfornarne una -negli ultimi anni ha quindi iniziato a parlare molto fieramente di “ricomposizione corporea”.
“Iniziamo una ricomposizione corporea”.
WOW. Suona quasi come un progetto fighissimo.
Decisamente suona meglio di “perdere peso” e “dimagrire” e “fare una dieta” o “mettersi a dieta”, non ha quella stessa accezione negativa, non rievoca sofferenza e sacrificio allo stesso modo di quei termini e approcci che ormai si conosco e sperimentano da decenni.
Senza ombra di dubbio, oggi, parlare di ricomposizione corporea e non di dimagrimento o perdita di peso….è innanzitutto una scelta di marketing efficace.
MA CHE COSA È LA RICOMPOSIZIONE CORPOREA?
Con “ricomposizione corporea” si intende il processo di cambiamento della composizione corporea, nello specifico:
– di una riduzione del grasso (ovvero: il dimagrimento… … insomma, con un nome diverso ma siamo ancora lì!) e
– di un aumento della massa muscolare…
dove entrambi sono ritenuti essere fattori di salute, ma forse soprattutto riflettono la moda estetica del momento che disprezza le persone semplicemente “magre” andando a richiedere anche di essere “toniche”, di avere muscolo “nei punti giusti” (ma non troppo!).
Citando un famoso giornale “femminile”: “quando dimagrisci, è importante che perdi massa grassa, ma non massa magra. Altrimenti i gruppi muscolari si svuotano e appaiono flaccidi e tu ti ritrovi con un fisico asciutto, ma poco sodo, anzi decisamente “cadente”“.
La ricomposizione corporea quindi essenzialmente non dà più importanza al peso in sé della persona come numero, concentrandosi invece sul peso delle componenti del corpo della persona e sulla loro distribuzione.
QUALI SONO I PRINCIPI SU CUI SI BASA LA RICOMPOSIZIONE CORPOREA?
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- sull’idea che il corpo sia un oggetto ri-componibile, modellabile a nostro piacimento, come una stanza (“qui ci metti un po’ di muscolo, lì togli del grasso e lo metti da un altra parte, togli da qui un po’ di acqua in eccesso…etc etc”): una chirurgia senza bisturi, una ristrutturazione senza trapani. Insomma l’idea è che sia possibile aumentare di muscolo e ridurre di grasso, scambiarli… a proprio piacere semplicemente con la forza di volontà, con il controllo, con la programmazione del proprio stile di vita.
- su percentuali ideali di massa grassa (tabelline di % di massa grassa che essenzialemente sostituiscono le tabelline del BMI) e di muscolo dalle fonti ignote. Sono percentuali ricavate da studi sulla salute? da statistiche di distribuzione? o semplicemente dalla oggettificazione tramite percentuali di ideali aspetti estetici? Non è ben chiaro.
GLI ASPETTI PROBLEMATICI DELLA RICOMPOSIZIONE CORPOREA
1. I nostri corpi non sono oggetti, non sono macchine, non sono controllabili, smontabili, ricomponibili a nostro piacere nelle loro parti. Ognun3 di noi ha un corpo che funziona bene con % e distribuzioni di massa grassa e muscolo -quindi con composizioni corporee- diverse. Infatti non è mai la singola % di massa grassa o di muscolo a determinare da sola il rischio, ma essa si interseca con tantissimi altri fattori di rischio variabili. Soprattutto, le diverse % e distribuzioni di massa grassa sono in larga parte geneticamente determinate (non siamo tutti magri, non stiamo tutti in salute con corpi magri) e quindi no, non sono controllabili a nostro piacere. Porto sempre l’esempio dei cani: nella specie canina esistono infinite varietà di forme, altezze, taglie di cani…allo stesso modo nella specie umana, persone diverse possono avere “filoni genetici” diversi che portano a costituzioni fisiche diverse!
2. Se “ricomposizione” può sembrare anche rimandare al “ritornare a qualcosa di antecedente nella propria vita” (come spesso succede dopo una certa età di tornare a desiderare forme corporee passate) è bene ricordiamo che il nostro corpo cambia sempre nel corso della vita e in diversi momenti e periodi ha pesi, composizioni corporee, adipe e aspetti naturali che possono riflettere il benessere del momento diversi…
3. Ma quindi non è possibile fare ricomposizione corporea? È una farsa? No, certo che è possibile. Ma per molte persone più o meno lontane dai valori “ideali” che desiderano o che qualcuno definisce per loro, le loro %, le loro forme possono essere modificate a proprio piacere e mantenute stabilmente, sì, ma solo attraverso un controllo della dieta e dell’esercizio fisico elevati, con uno sforzo direttamente proporzionale a quanto si discosta dai valori, dai canoni “ideali”.
Per persone con un corpo già vicino agli ideali questi può significare rinunce modeste, ma per quelle persone che naturalmente hanno un corpo lontano dagli ideali della ricomposizione corporea può significare sacrifici enormi.
Questo investimento di controllo pesa quindi a vari livelli soggettivi sulla salute e sul benessere, intesi anche come libertà e la possibilità di soddisfazione e flessibilità alimentare, sul rapporto con il cibo, sulla libertà di fare movimento di benessere non finalizzato alla manipolazione del corpo e dell’aspetto, sul tempo libero, sulla gratificazione, sulle energie mentali e fisiche -tutti bisogni di benessere!- e alle volte anche l’equilibrio fisiologico di quel corpo compromettendone la salute.
Ad esempio, ogni persona di sesso femminile ha un equilibrio ormonale che è strettamente legato al suo grasso corporeo (più delle persone di sesso maschile, in cui è comunque importante): quando questo scende al di sotto dei valori ottimali per quel singolo corpo -ad esempio perché si decide di dover o voler dimagrire- questo può comprometterne gli equilibri ormonali e la cosa che più spesso si osserva come primo cambiamento sono alterazioni della sfera riproduttiva (es amenorrea).
SE NON FUNZIONA SU TUTT3…FUNZIONA?
Per alcune persone certamente curando l’alimentazione e approcciando a un movimento di benessere – se queste corrispondono davvero a un aumento di benessere della persona e se significano riuscire a costruire una abitudine funzionale ed efficace sostenibile- potrebbe avvenire una qualsiasi entità (minima o importante) di dimagrimento e un aumento muscolare spontaneo e abbastanza duraturo (quindi la cosiddetta “ricomposizione corporea”) ….ma dovremmo focalizzarci e valorizzare i miglioramenti di benessere in sé che non la “ricomposizione corporea” (anche di nuovo ricordando che il nostro corpo cambierà sempre anche di forme e composizione corporea).
La ricomposizione corporea non è un mezzo e non dovrebbe essere un fine di benessere: per molte infatti persone migliorare il benessere (es migliorando l alimentazione e l approccio al movimento, quindi le energie, lo stato nutrizionale, la regolarità intestinale, la digestione, il soddisfacimento di fame e sazietà, il riposo, l infiammazione, il compenso di patologie, il livello di fitness…) non richiede di cambiare la composizione corporea, di cambiare la massa di adipe o muscolo e non porta a cambiamenti di ricomposizione corporea, semplicemente perché il loro corpo in quel momento evidentemente sta bene a composizioni diverse da quelle che qualcuno arbitrariamente ha definito come “ideali”…e va bene così e dobbiamo poter dire che questo va benissimo.
Ad esempio, è assolutamente possibile migliorare la propria forza muscolare, la propria capacità aerobica, la propria resistenza senza vedere un aumento di massa (kg) di muscolo: l’abilità motoria non è definita solo dal muscolo e decisamente non solo dal peso del muscolo.
Ad esempio, un3 pugile potrebbe avere molta massa muscolare ma poca forza e esplosività, al contrario un altr3 pugile potrebbe avere poca massa muscolare al confronto ma molta più forza ed esplosività….o ancora, un3 pugile potrebbe avere più grasso ma essere più tecnico, forte ed esplosivo di un3 pugile più legger3: l’aspetto o la misura della composizione corporea dei due non ci dice nulla delle loro performance, tantomeno della loro salute.
DOVREMMO SEPARARE L’IDEA DI SALUTE, BENESSERE, FITNESS DALL’ASPETTO (O DALLA COMPOSIZIONE CORPOREA) DELLE PERSONE
L’ idea di ricomposizione corporea è l’ennesimo prodotto -subdolo- della Diet Industry perché àncora i canoni estetici non più a aspetti visivi ma a misurazioni strumentali di composizione corporea (es BIA, psicometria…) dando un ché di scientifico alla questione che altro non è che grassofobia, ovvero l’idea che “magro e tonico sia meglio (in salute, in estetica e in valore della persona)”…
e non è altro che cultura della dieta perché ovviamente per fare ricomposizione corporea serve seguire una dieta.
Magari la dieta non sarà più rigidamente ipocalorica e drastica (perché questo porta a un importante catabolismo dei muscoli, che si vuole evitare nella ricomposizione corporea), ma sarà piuttosto un regime alimentare rigido che prescrive limitazioni di alcuni cibi ritenuti “non necessari” dal punto di vista nutrizionale (es dolci, cibi elaborati, fritti, cibi più grassi, salse etc) che però hanno un valore di piacere, culturale, di convivialità, di socialità, di flessibilità importanti sul benessere…un controllo delle porzioni…un conteggio calorico…un controllo dei macro…oppure una periodizzazione dell’alimentazione, dei “cut” seguiti da dei “bulk” etc etc…insomma, si tratta sempre di controllare, manipolare, forzare l’alimentazione, il movimento, lo stile di vita per controllare il corpo.
Il nostro aspetto e composizione corporea sono manipolabili a nostro piacere, sì, ma spesso sacrificando a vari livelli parti importanti del benessere psicofisico (delle energie, dell’umore, del piacere, della libertà, della flessibilità, della vita sociale) della persona.
Se dobbiamo mantenere pressioni esterne estreme per conservare quella composizione corporea, quel fisico, quell aspetto: ne va realmente a nostro beneficio?
Cosa mi costa andare in palestra X ore a settimana con lo specifico obiettivo mantenere X composizione e forme corporee? Toglie tempo, soldi, energie e piacere da che altro?
Cosa mi costa rinunciare a Y cibi che mi piacciono e Y situazioni conviviali o di imprevisti per controllare l’alimentazione con lo specifico obiettivo mantenere X composizione e forme?
Ne vale davvero la pena?
Spesso il costo velato è un disordine o un disturbo alimentare, ovvero situazioni in cui c’è una compromissione a vari livelli di gravità del rapporto con cibo e corpo e con il benessere e il funzionamento – a livello individuale e sociale- della persona.
Spesso questi sacrifici -modesti o grandi che siano- non riescono a durare nel tempo e anche se durano non sono comunque in grado di mantenere i risultati desiderati: non perché la persona è debole e scostante, ma di nuovo perché in primis perché il corpo ha i suoi sistemi di regolazione interna per cui un po’ alla volta si riporta ai valori di composizione corporea che corrispondono realmente al suo benessere fisiologico (e non a quello “ideale teorico”). Oppure perché la persona si riorienta -per fortuna- verso scelte che hanno veramente a cura il suo benessere abbandonando questi sforzi…ma, purtroppo, spesso succede che la persona perde senso di autoefficacia e di responsabilità e di cura e abbandona ogni intenzione di benessere (a volte temporaneamente, prima di ritentare con una nuova dieta).
Insomma, se anche fosse vero che a una certa composizione corporea ideale teoricamente e che a una certa % di massa grassa corrispondesse un minore rischio sulla salute e un maggiore livello di fitness…non è affatto detto che per la singola persona -con una certa genetica, una certa patologia, una certa storia del peso e dietetica, un certo livello di fitness, un certo livello di benessere economico e sociale, certi valori e priorità di vita- RAGGIUNGERE E MANTENERE quella composizione corporea ideale significhi realmente un miglioramento della salute e del benessere per la singola persona in quel momento.
La ricomposizione corporea non è una questione di salute, lo ribadisco, perché ogni corpo può essere in salute a taglie pesi e composizioni corporee diverse.
Dovremmo appunto ricordarci ed educarci a riconoscere e sostenere che
– tutti i corpi sono validi e meritano rispetto, a qualsiasi composizione corporea, aspetto e indipendentemente dal loro stato di salute
– le forme (e la composizione) di un corpo non sono in sé predittori della salute e del benessere psicofisico della persona
– e soprattutto non possiamo modificare le forme e la composizione del nostro corpo a nostro piacere con la forza di volontà, perché non siamo semplici oggetti.
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Dietista Diana Severgnini