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Nutrizione e benessere

Ipercolesterolemia: perché intervenire e come?

By Marzo 27, 2021Giugno 5th, 2021No Comments

L’ipercolesterolemia (colesterolo LDL aumentato) è un disordine metabolico dislipidemico silente e asintomatico che aumenta in maniera diretta e significativa l’aterosclerosi e quindi il rischio di eventi e patologie cardiovascolari (trombosi, infarti, ictus, coronopatie, scompenso cardiaco congestizio), prima causa di mortalità in assoluto al mondo e di invalidità permanente nella popolazione europea.

PRODOTTI PER IL CONTROLLO DELLA COLESTEROLEMIA

Tra i farmaci più utilizzati (previa prescrizione medica) abbiamo le statine, i sequestranti degli acidi biliali, i fibrati, l’acido nicotinico, le resine e l’ezetimibe.

Vi sono poi nutraceutici (integratori)con claim di efficacia riconosciuti a base di estratti del riso rosso fermentato, monacolina K, fitosteroli, fitostanoli, e fibre solubili come beta-glucani e pectine, glucomannano, gomma di guar…nonché ACIDI GRASSI OMEGA 3 E DHA E MONOINSATURI.

Inoltre berberina, bergamotto, allicina, quercetina e derivati di cicoria, cardo, carciofo, melograno, thé verde) e specifiche combinazioni di ceppi batterici probiotici.

Nella pratica, quanto sono efficaci?

Questi farmaci o integratori o nutraceutici agiscono nella riduzione del colesterolo LDL essenzialmente con i seguenti meccanismi d’azione:

– ridurre l’assorbimento intestinale del colesterolo alimentare o della bile riversata nell’intestino durante e per la digestione che vengono così eliminati con le feci ( es sequestranti di acidi biliari, fibrati, resine, fitosteroli e fibre solubili varie) riducendo le LDL, ma anche l’assorbimento di carotenoidi e vitamine liposolubili

– ridurre l’attività di alcuni enzimi per la conversione epatica o periferica delle LDL (e dei trigliceridi) e/o aumentarne la degradazione(es statine, acido nicotinico e anche riso rosso fermentato -monacolina K- e berberina) con potenziali interazioni nel metabolismo di alcuni farmaci, epatotossicità (aumento transaminasi) e miopatia reazioni avverse.

Tanto gli effetti protettivi quanto possibili effetti collaterali sono più o meno probabili e importanti in funzione del principio attivo e della biodisponibilità dello stesso (quindi massimi e ben noti per i farmaci, non indifferenti per gli integratori, minima per i nutraceutici) e quindi della specifica formulazione dell’azienda così come in funzione di eventuali combinazioni di composti.

La qualità e sicurezza di integratori e nutraceutici sul mercato è molto eterogenea e spesso presenta alcune criticità. Soprattutto la “naturalità” di alcuni principi non è in alcun modo garanzia di una loro “non pericolosità”, anzi: (rimando a link su “prodotti naturali”)secondo dati recenti, i preparati botanici non controllati (e specie quelli acquistati via web), sono per esempio tra i principali responsabili dei quadri di epatotossicità osservati nel mondo occidentale. I rischi connessi all’uso dei vari principi attivi di origine vegetale, le loro possibili interazioni farmacologiche, la potenziale presenza di conta- minanti, le oscillazioni del contenuto dei principi attivi nei vari lotti, devono essere quindi conosciuti e considerati con attenzione, con il supporto del medico curante.

Ogni assunzione singola -e soprattutto combinata- di integratori anche quando non necessita di prescrizione andrebbe quindi ben ragionata e gestita da un medico o specialista che sappia scegliere prodotti sicuri, affidabili e di qualità (con dosaggi, biodisponibilitàconcentrazioni e titolazioni conformi alle linee guida EFSA e alle evidenze scientifiche tali da produrre effetti significativi) e rapporto atteso tra rischi (effetti collaterali/interazioni farmacologiche e/o alimentari) e benefici (con studi di efficacia sul prodotto specifico dell’azienda), sul profilo metabolico o sulle caratteristiche specifiche del paziente

Tutti i principi esaminati hanno un’azione reversibile sulla colesterolemia, che si estingue da poche ore a pochissimi giorni dopo la sospensione della loro assunzione. L’impiego di questi prodotti dovrebbe quindi essere continuato nel tempo, tenendo conto dell’evoluzione del rischio cardiovascolare del paziente trattato.

A conti fatti, l’impatto positivo di questi composti (soprattutto non farmaceutici) assunti singolarmente risulta essere praticamente insignificante se non accompagnato da prioritarie modifiche dello stile di vita che intervengano anche su altri fattori di rischio cardiovascolari e metabolici (pressione arteriosa, livelli di HDL e trigliceridi, insulinemia, glicemia).

LA DIETA

In primis, la dieta. Se si assume un composto che controlla l’assorbimento alimentare del colesterolo o il tasso di trigliceridi e colesterolo, ma non si riduce nel contempo l’assunzione alimentare di colesterolo e soprattutto di grassi saturi che ne alimentano la sintesi endogena (la colesterolemia dipende in larga misura dalla quantità di colesterolo prodotta dal fegato a partire da grassi saturi in circolo , mentre il colesterolo alimentare influenza i valori di colesterolo ematico soltanto del 10-20%.)… allora si avrà essenzialmente un gioco a somma nulla: con farmaci/integratori/nutraceutici posso più o meno limitarne l’aumento, ma difficilmente riuscirò a riportarlo a livelli bassi, normali, di sicurezza.

Dal punto di vista alimentare, al contrario di quanto si pensi, il controllo dell’ipercolesterolemia non si ottiene tanto dalla riduzione degli introiti di colesterolo (salvate le uova), quanto

1) dalla riduzione di possibili eccessi calorici in situazioni di normopeso o -se si è in concomitante situazione di sovrappeso/obesità totale o addominale – dal deficit calorico e il calo di peso (a carico perlopiù della massa grassa addominale viscerale) indotto sia da una dieta moderatamente ipocalorica e ipolipidica (le diete low-carb NON sono funzionali, anzi, cereali e legumi rientrano proprio tra gli alimenti raccomandati in adeguate quantità – eccessi aumentano trigliceridi e quindi colesterolo- e qualità dei carboidrati, dando preferenza alle forme integrali) ma soprattutto da uno stile di vita attivo e una regolare attività fisica*

2) dalla riduzione dei grassi saturi

– da alimenti di origine animale (per ordine: burro, salumi e affettati, formaggi e carni grasse, frattaglie, uova) che contengono anche colesterolo → i consumi di questi derivati animali ricchi di grassi saturi andrebbero moderati a favore del consumo più frequente di proteine vegetali (legumi) e pesce.

– da olii vegetali di cocco, di palma, margarina, burro di cacao e cioccolato, olio di semi di arachide e da tutti i prodotti elaborati checontengono questi ingredienti (patatine, dolci e creme vegetali, gelati, merendine e biscotti). Oltre a moderare il consumo di grassi vegetali come condimento, è buona abitudine preferire e dare priorità sempre ad alimenti freschi e con una breve lista di ingredienti (es pane) a prodotti trasformati che vanno consumati con moderazione, anche e soprattutto per il possibile contenuto di grassiinsaturi trans che si formano dall’idrogenazione o dal riscaldamento di oli vegetali e margarine a temperature molto elevate (>220°C) e che aumentano significativamente i valori di LDL e riducono le HDL. Ciò che il consumatore deve fare è, oltre a controllare la lista degli ingredienti, verificare anche nelle “informazioni nutrizionali” la quantità degli acidi grassi saturi nei prodotti che acquista.

2) eliminazione dell’alcool

3) dall’assunzione alimentare di adeguati quantitativi di acidi grassi mono- e poliinsaturi omega- 3, EPA e DHA e omega-6 (pesce, alghe, semi oleosi e frutta secca), di fibre solubili, fitocomposti e fitocomposti ad azione antiossidante (frutta, verdura, cereali e legumi) che riducono i valori di LDL

Questi accorgimenti dietetici riflettono il modello di una dieta mediterranea ma ancora di più si ritrovano in una dieta vegana, che si è dimostrata essere il modello alimentare più efficace per la riduzione della colesterolemia, essendo  a basso contenuto di grassi, senza prodotti di origine animale, basata sul consumo di frutta, verdura, cereali integrali e legumi.

[Neal D. Barnard, Jihad Alwarith, Emilie Rembert, Liz Brandon, Minh Nguyen, Andrea Goergen, Taylor Horne, Gabriel F. do Nascimento, Kundanika Lakkadi, Andrea Tura, Richard Holubkov & Hana Kahleova (2021) A Mediterranean Diet and Low-Fat Vegan Diet to Improve Body Weight and Cardiometabolic Risk Factors: A Randomized, Cross-over Trial, Journal of the American College of Nutrition, DOI: 10.1080/07315724.2020.1869625]

Attraverso queste attenzioni alla dieta si riduce contemporaneamente anche il sale introdotto con la dieta (salumi, insaccati, formaggi, prodotti trasformati e confezionati) , contribuendo anche a ridurre un altro fattore di rischio cardiovascolare -quello della pressione arteriosa.

In un contesto dunque di dieta equilibrata in TOTO, è assolutamente contemplato anche il consumo di quegli alimenti “ad elevato contenuto di colesterolo” come le uova, per le quali il consumo suggerito da linee guida è di 1-4 uova settimanali sia per persone sane che per persone con patologie come la dislipidemia (per le quali il consumo di grassi saturi va ridotto, scendendo a compromessi personalizzati).

L’ATTIVITÀ FISICA

Infine l’attività fisica – in particolare quella aerobica di intensità moderata fatta con regolarità almeno 150 minuti a settimana – sembra infatti essere il secondo braccio di trattamento prioritario e non trascurabile dell’ipercolesterolemia e del rischio cardiovascolare in genere: essa induce una combustione dei grassi saturi che contribuisce a “svuotare” le lipoproteine LDL “cattive” riducendone la quota circolante, riduce l’adiposità viscerale che aumenta l’infiammazione, aumenta i livelli di lipoproteine HDL “buone” cherimuovono il colesterolo in eccesso dai diversi tessuti e dal sangue e lo trasporta al fegato per eliminarlo, riduce lo stress ossidativo e migliora la funzione dei vasi sanguigni, migliora la sensibilità all’insulina riducendo la glicemia… riducendo il rischio cardiovascolare complessivo, indipendente dalla riduzione delle LDL.

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Diana Severgnini

T: +39 347 325 8691
dietista.dianasevergnini@gmail.com